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Orietta Berti, la semplicità di una non-diva

25 Maggio 2009

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Come potete vedere affacciandovi a questo blog, mi diverto a passare con disinvolta istintività da un argomento a un altro, senza troppo calcoli. Si parla un po’ di musica, passando dai Nine Inc Nails a Mina; si sragiona di politica, di costume, di società; si scribacchia qualche stupidaggine divertente o divertita e magari qualche volta ci si incazza pure.
Non fateci caso e, se vi va, fermatevi a leggere, sennò… fate un po’ quello che vi pare.
A questo giro pubblico l’intervista che Orietta Berti ha rilasciato a Fabio Fazio nel corso della trasmissione televisiva Che tempo che fa andata in onda ieri, 23 maggio e che ho trascritto, sfoltendo un po’ qua e là, pezzettino dopo pezzettino in questa bollente giornata.
Già, a proposito di tempo, avrete notato anche voi che la temperatura è alle stelle (io sto grondando), ma si dice che entro martedì torneremo a respirare. Lo spero perché personalmente con tutto ‘sto calore e con i punti che devono cicatrizzare, non mi sento molto a mio agio. E allora ho colto la palla al balzo fornitami dalla simpatica Orietta in tivù, per condividerla con voi perché, dal mio punto di vista, questa donna, oltre a essere una vera Signora, è la freschezza in persona. Non dimentichiamo che oltre alla bellezza di 47 anni di carriera, ha al suo attivo più di 15 milioni di dischi venduti, che per una cantante italiana non sono proprio una bazzecola. Che dire? Magari non fa proprio il genere di musica che ascolto, ma la trovo simpatica, divertente e grande. Sì, grande, perché solo a una grande può riuscire di non tirarsela affatto. Leggete un po’ cosa dice a proposito di Mina, di Claudio Baglioni, di Ornella Vanoni (divertente!) e di Patty Pravo. Mi saprete dire…

Fazio – Sono molto contento di vederti, dopo tanti anni (Fazio e la Berti sono stati protagonisti, con Claudio Baglioni, del programma televisivo Anima mia del 1997).
Berti – Anch’io. Sono passati un po’ di anni…
Però i capelli sono sempre dello stesso colore, anche se sono passati gli anni.
 Beh, un po’ li ho cambiati perché ogni mese li cambio un po’…
Ogni mese?
Sì, faccio delle mèches più scure, più chiare… Dipende…
Ma, scusa, sono dodici colori all’anno! Non ci sono tanti colori nello spettro dei colori…
Ci sono, ci sono adesso
Questo come lo chiamiamo, per esempio?
Questo qui è un… rosso antico.
Rosso antico!
Sì.
E invece quello del mese scorso?
Era un rosso tiziano perché ero via, ero in America il mese scorso.
Quindi il rosso tiziano è d’esportazione?
Là c’era il sole e i capelli più chiari durano di più.
Scusa Orietta se mi permetto, mi hai detto che hai i tacchi americani. Cosa sono i tacchi americani?
Sì queste scarpe sono americane. Guarda che bel tacco che hanno (alza il pantalone e mostra le scarpe – ndr). Sono comodissime!
Eh, ma è un tacco rococò.
Mi sono messa il rialzo perché così quando ci alziamo per salutarci siamo un po’ (fa un cenno con le mani per indicare “alla stessa altezza” – ndr).
Come mai sei andata in America? Per lavoro o per vacanza come sempre?
Faccio sempre le vacanze là, anzi, voglio salutare i miei amici che ti guardano sempre…
Come fanno?
Io ti ho visto tante volte quand’ero là. Si vede la trasmissione e saluto Sergio e Ezio che mi staranno guardando. Ezio è italiano e Sergio invece è polacco è nato in Argentina da genitori polacchi, vive a Los Angeles da venticinque anni, ed è il più grande antiquario di Los Angeles.
Però non raccontiamo tutti gli ultimi venticinque anni della vita…
Perché li devo raccontare… sono cose private.
Appunto, hai cominciato con le origini polacche, non volevo arrivare a tutta la vita… Hai sentito Cherie Blair (la moglie di Tony Blair che ha preceduto la Berti nella puntata – ndr).
Sì, è stata simpacitissima. Sai che le ho regalato il mio disco? (Swing – ndr)
E lei cosa ti ha detto?
Ha detto che lei è entusiasta delle canzoni italiane, specialmente degli anni ‘50/’60’
E’ stata molto gentile.
Sì è stata molto gentile.
Te lo ha regalato il suo libro?
No.
Allora te lo regalo io.
Ma no, io me lo sono già fatto prendere da Sergio a Los Angeles.
Cos’è che ti ha colpito di più di quello che ha detto.
Beh, ha detto che quando suo marito le ha chiesto di sposarla, lei era in ginocchio che puliva il bagno. La moglie di un primo ministro! Se fosse stata un’italiana non l’avrebbe mai detto.
Tu dici eh?
Eh, no!
E invece tu e Osvaldo? (il marito della Berti – ndr) Com’è andata la dichiarazione di matrimonio? Te la ricordi la richiesta di matrimonio?
E’ stata la mia mamma… Io dovevo andare in America per un tour con Claudio Villa e dovevo stare via un mese, allora mia mamma ha detto “l’Orietta non va via con l’Osvaldo se non sono sposati!”, sai a quei tempi, nel ’67, e ha detto “o la sposi e vai con lei, se no stai a casa…”.
E lui per andare in America ti ha sposato
Sì, in quaresima ci siamo sposati, il 14 di marzo alla Pietra di Bismantova. Anche Dante Alighieri ne parla nella sua Divina Commedia.
Sono senza parole.
Sì ma era per la mia mamma perché io ci sarei andata lo stesso con Osvaldo in America!
Tu hai incontrato tutti nel tuo lavoro. Regine ne hai incontrate?
No, regine no.
Però una volta mi hai raccontato che hai incontrato Omar Sharif.
Sì, l’ho incontrato che era ospite della finalissima di una Canzonissima, e dopo un po’ l’ho incontrato al Lido di Venezia dove stava facendo un campionato di bridge, perché lui gioca molto, ed è bravissimo a giocare a bridge.
E tu cosa ci facevi lì?
Io ero in vacanza con Osvaldo. Nella hall dell’albergo lui mi ha riconosciuto, mi ha offerto una coppa di champagne e mi ha fatto sedere al tavolo dove stava giocando. Io non ci capivo niente, ma dicevo che era interessante. Lui parla bene l’italiano.
E Osvaldo?
Era lì con me.
Ma tu cosa fai quando vai in America?
Giro tutta l’America con loro (gli amici Sergio e Ezio – ndr). Siamo stati a vedere lo spettacolo di Cher che ha settant’anni ma è ancora bravissima. Si cambia novanta volte! Novanta abiti! Dalla testa ai piedi, tiene solo la parrucca.
Ma, in quanto tempo?
Lei entra dentro a una porticina, viene fuori un balletto sexy, e quando esce è già tutta travestita. Una cosa meravigliosa!
Tu per i vestiti hai un debole, eh?
Più per le scarpe. Ne ho quasi duemila.
Il doppio di un millepiedi!
Escluse quelle che mia suocera mi ha buttato via. Una volta è andata in solaio con Teresa, la signora che ci viene a dare una mano in casa, e ha cominciato a dire ”queste qui sono troppo alte, queste qui sono troppo… strette…” e mi ha buttato un sacco di paia di scarpe, perché dice che alla mia età non devo portare i tacchi alti perché posso cadere e rompermi qualche cosa… Che pensasse per lei no? Scusa! Lei però è come una mamma per me.
E Osvaldo? Chissà che imbarazzo.
Osvaldo prima dava sempre ragione alla mia mamma, adesso che non c’è più, dà sempre ragione a sua mamma.
A te non ha mai dato ragione.
No
Negli anni sessanta avevi dei vestiti pazzeschi.
Pensa Fabio che tutti prendevano in giro i miei vestiti, ma erano tutti di grande firma. Spendevo sempre dei gran patrimoni che avrei avuto due o tre appartamenti in più.
Perché, li compravi tu quei vestiti?
Certo! La casa discografica mi portava a far le prove, ma alla fine il conto lo presentavano a me.
Una volta ti fecero cambiare d’abito in Francia.
Sì, avevo un abito di paillettes verdi bellissimo, ma me l’hanno fatto cambiare perché là porta male il verde. Qui da noi il viola, e invece là il verde… Una volta Modugno mi ha fatto cambiare le scarpe a Canzonissima dicendomi che portavano male perché erano viola. Così mi sono dovuta mettere degli stivaletti col tacco basso e sembravo ancora più piccola. Erano i primi tempi e io non avevo ancora queste manie. Dopo me le hanno fatte venire loro…
Nella tua carriera hai sempre tenuto un profilo basso, ammirando Mina, la Vanoni, Patty Pravo, modelli che tu pensavi irraggiungibili, vero? Perché le vedevi così distanti da te?
Io sono cresciuta con i dischi di Mina e all’inizio, bene o male, quando facevo i concorsi cantavo le canzoni di Mina, e quindi un po’ imitavo questa grande cantante e mi sembrava impossibile di poter avere successo come lei. Beh, lei è sul piedistallo (indica in alto con la mano – ndr), ma anche io nel mio piccolo ho fatto una buona carriera.
E adesso la Vanoni ti saluta?
Sì adesso sì, però si sbaglia sempre la canzone che abbiamo cantato insieme. Anche l’ultima volta che ci siamo viste a Sanremo, quest’anno, mi ha detto “ma che cosa canti qua” e io ho detto “Quando l’amore diventa poesia”, “ah, non canti quella che abbiamo cantato insieme a Sanremo… La musica è finita…?”. Lei è ancora convinta che abbiamo fatto quella.
E tu cosa le dici quando lei ti dice che avete fatto La musica è finita?
Le dico “ah, sì hai ragione”, perché tanto gliel’ho già detto talmente tante volte…
Ho letto in una tua intervista su Raro! (rivista di collezionismo musicale – ndr) che anche negli anni ruggenti c’erano delle irregolarità nei meccanismi e tu dici che Patty Pravo si è sbagliata a scegliere la pallina.
E’ vero. Lei doveva scegliere una pallina, verde, mi pare. Alla finalissima di Canzonissima c’era l’abbinamento con i cantanti uomini, e lei doveva scegliere una pallina verde e invece ne ha scelta un’altra e le è toccato un cantante che non era famoso come Massimo Ranieri. A quel punto le è scappato “è vero! Dovevo scegliere quella verde!” . A me, che non avevo scelta, è rimasta la pallina con Massimo Ranieri e io sono andata in finale. Io e lui eravamo fortissimi.
Questo tuo nuovo disco, Swing, contiene canzoni famosissime che tu avresti forse voluto cantare. Le hai mai cantate prima?
Le facevo i primi anni della mia carriera. Non avevo molto repertorio ed era naturale che per riempire le serate cantassi anche canzoni di altri. Oltre a quelle di Mina cantavo le canzoni di Bruno Martino, di Fred Bongusto, di Riz Ortolani. Erano canzoni che cantavo nelle serate e che adesso, con la complicità del maestro Comini le abbiamo rivestite con l’abito da sera…
Ma è vero che le canti in modo particolare? Dici che usi molto di più i toni bassi perché te l’ha detto Baglioni.
E’ vero. Sai quando con Baglioni abbiamo fatto Il nostro concerto ad Anima mia, lui diceva “non possiamo cambiare troppe tonalità, tu devi fare queste note” e io dicevo “ma guarda che sembro un trombone quando faccio le note basse”, e lui mi ha risposto “guarda che tu hai delle note basse che sono più belle di quelle acute”, e da allora ho cominciato a usarle di più.
Nella tua carriera ti hanno scippato canzoni che poi sono diventate grandi successi.
Non è che me le abbiano scippate. Ad esempio Grande grande grande avrei dovuto farla io a una finalissima di Canzonissima, ma il produttore disse che non era una canzone adatta per una trasmissione in cui in tre minuti dovevano votare. Il suo autore (Tony Renis – ndr) insisteva dicendo che dopo Tu sei quello, Grande grande era proprio il seguito giusto… Poi alla finalissima della Gondola d’oro me la ripropose dicendo che la Mina l’aveva messa in un 33 giri ma non l’avrebbe usata come canzone per la pubblicità. Guarda il successo che ha fatto Mina! Va beh, se l’avessi cantata io magari non ne vendevo neanche una copia. Però il provino era venuto bene.
Non l’hai mai incisa?
Sì, l’ho incisa come nel provino dove non c’era la seconda parte, non c’era la seconda strofa. Era corta la canzone, poi per Mina, che è più grande, hanno messo un’altra strofa.
Le tue mitiche collezioni? Bambole, acquasantiere?
Le bambole non le compro più ma me ne regalano in continuazione.
Hai comprato recentemente cose frivole?
Dieci paia di scarpe e dieci borsette col pelo… Faccio la collezione di borsette di pelo finto, però non le porto perché son troppo vistose. Osvaldo mi chiede se sono matta ad andare in giro con una borsa così, dice che la gente mi riderebbe dietro, e allora…
Ma le hai comprate lo stesso.
Sì, in America. Ce ne sono di cose buffe in America! Le compro sempre là…
Ma ho scoperto che sai suonare anche il pianoforte!
No. Al pianoforte faccio solo i vocalizzi, le scale dei vocalizzi.
Dei tuoi inizi hai ricordi legati alla tenerezza o al disagio, all’imbarazzo?
Inizi di che?
Della tua carriera.
Agli inizi ero molto timida e debuttai al Teatro Nuovo di Cavriago, in una rivista che avevano scritto degli studenti. Ho fatto due canzoni: Il torrente di Claudio Villa, però con il testo cambiato perché doveva parlare del paese, e poi Blue Canary. Avevo una paura tremenda. Mio papà voleva che diventassi una cantante lirica e mi mandò a scuola di canto lirico. Tutti i giorni vocalizzi, questi vocalizzi! Non ne potevo più. Poi mi sono iscritta a un concorso e ho vinto con Il cielo in una stanza in cui imitavo Mina, e da lì è cominciato.
Tu i cani li adori, vero?
Sì, Oscar non c’è più, ci ha lasciato l’anno scorso a dicembre, però adesso ne abbiamo un altro che si chiama Otto…
Tutti con la O
Una vera peste. E’ un cane Corso anche questo, ma non è intelligente come l’altro. Ehhh, non vengono mica tutti uguali…
Mi avevano detto che avremmo dovuto prendere un istruttore, ma che avremmo dovuto aspettare che avesse almeno un anno. L’istruttore è venuto ma è scappato dicendo che il cane è indomabile. Ma in casa siamo tutti per lui.
Osvaldo ne va pazzo?
Sì ne va pazzo, però morsica sempre me!
Osvaldo?
No, il cane!
Il cane, sì ma certo!
L’anno scorso sono andata a cantare tutta l’estate con i cerotti qua (indica il viso – ndr). Mi ha morsicato in faccia.
Oh, mi dispiace. Ma stai molto bene. Sei anche molto, se mi posso permettere, sei anche molto dimagrita.
No, sono in dieta ma il fatto è che dovrei fare del movimento, e non ne faccio. Diciamo che sto a dieta con il cibo… Diciamo.
E quanti chili hai perso?
Beh… ehm…
So che fra poco hai l’appuntamento col dietologo.
Fra venti giorni.
E quanti chili abbiamo perso?
Spero di perdere quattro chili.
Ma nel frattempo quanti ne hai persi?
(sottovoce) Niente…
Eh?
NIENTE! Quando ho fatto Ballando con le stelle, tutti dicevano “guarda che diventerai una silhouette” ma non è vero!
Per la voce che rimedio usi? Una volta mi avevi detto pane e peperoncino rosso piccante.
Sempre peperoncino! Fa molto bene e lo consiglio a tutti i cantanti che vogliono intraprendere questa carriera. Peperoncino fresco, con il pane, prima di cantare. Si canta bene e ti dà energia perché contiene tanta vitamina C.

—Mandano in onda un estratto del nuovo disco…

Nello spettacolo che ho fatto, le coreografie sono tutte di mio figlio Otis, anche la copertina del disco, la scaletta… ha fatto tutto lui. In Canada abbiamo fatto uno spettacolo bellissimo al Casinorama di Toronto dove c’erano cinquemilacinquecento italiani. C’ero già stata per la festa degli italiani una decina di anni fa, e c’erano ventiduemila persone.
E in Canada hai visto gli o…
Che cosa ho visto?
Gli o… gli o…
Ah, gli orsi! No. Io ho fatto una fotografia con un orso finto perché di veri non ne ho visti. Ho visto una gran neve perché è sempre nevicato…
Orso vero o finto, basta che orso sia!
Beh, insomma, anche gli orsi fanno la loro parte! Ci vogliono no?

 

 

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